Nessuna foto, nessun video, nessun like, nessuna storia, nessun commento: Clubhouse è differente. Il nuovo social audio, per ora implementato solo per i fortunati in possesso di un iPhone perché non esiste ancora una versione Android, fa già parlare di sé. Tra reticenti, increduli, curiosi e temerari, la piattaforma impazza sugli smartphone di mezzo mondo ed oramai è ufficiale: se cominci a parlare di “stanza” sei già in mood Clubhouse!
Clubhouse, il social audio dal fascino unico
Misterioso, decisamente riservato, forse ancora di nicchia. Appellativi estremamente sorprendenti quando si parla di un social, poiché poco affini alle caratteristiche delle piattaforme di successo che raccolgono milioni di utenti.
Eppure Clubhouse vanta un fascino unico, selettivo e indiscutibilmente seducente. Sarà il nome, che si presenta già carico di promesse; sarà l’accesso su invito, che conferisce quell’aura accattivante come un via libera verso un “mondo di menti brillanti”. Ma questa nuova stella, nata da un solo anno, si è già meritata un posto sul palcoscenico dei “grandi”. Vediamo perché.
Come funziona il social audio Clubhouse
Oltre l’apparenza, oltre l’aspetto, oltre ogni filtro e ogni inganno, ciò che parla su Clubhouse, paradossalmente, è davvero solo la voce!
Organizzato in stanze incentrate di volta in volta su argomenti diversi e ben definiti, il social audio coinvolge gli utenti in discussioni basate sullo scambio di messaggi audio. Questi, a loro volta, non vengono registrati ma scompaiono quando la stanza si chiude, terminata la discussione.
Privacy ben protetta, riservatezza tutelata, le regole della piattaforma sono poche e chiare: si entra se invitati da un amico, si verifica la propria identità e, non meno importante, si accede solo se maggiorenni.
I ruoli, in queste stanze virtuali fatte di lunghe conversazioni, sono principalmente tre:
- Puoi essere moderatore, quindi curare lo spazio, interagire, dare o togliere la parola agli altri, invitare utenti;
- Puoi essere speaker, quindi parlare, creare spunti di discussione, essere attivo…
- …o semplice ascoltatore, che assiste o chiede di poter intervenire “alzando la mano”.
Dalla musica alla tecnologia, da strategie di marketing ai contenuti creativi, dalle novità sanitarie alla politica, passando per le dritte sui social, leadership, salute mentale, startup, cinema e tanto altro. I contenuti di interesse sono davvero infiniti.
L’essenza di Clubhouse sta nel poter ascoltare quanto viene detto dagli altri in stanze che contano pochi eletti o migliaia di presenti. Vi sono messaggi di esperti sul tema trattato, che hanno follower o una comunità ben consolidata, che sono in grado di generare influenza, di attirare interesse e che possono a loro volta coinvolgere altri, “invitandoli ad entrare in stanza”. E tutto questo attorno allo strumento centrale: la propria voce. Ciò che più di tutto permette di raccontare storie, dialogare, farsi sentire, stringere amicizie, consigliare, trascinare, intrattenere.
La (breve) storia di Clubhouse
Lanciato all’alba del 2020 da Paul Davison e Rohan Seth (provenienti rispettivamente da Pinterest e Google), Clubhouse conta oggi oltre 2 milioni di utenti e comprende tantissime personalità di spicco che quotidianamente interagiscono con i loro ascoltatori.
Quando il social è nato, era conosciuto principalmente come luogo per l’élite dell’industria tecnologica e i guru di Silicon Valley. Un anno dopo, le cinture di sicurezza si sono leggermente allentate e man mano che l’app è cresciuta, è cresciuta anche la creatività dei suoi utenti. Oggi arriva già a sfiorare il valore di 1 miliardo di dollari.
I limiti di Clubouse
Esistono anche limiti oltre le migliori aspettative? Decisamente sì. Da un punto di vista strettamente pratico e funzionale, bisogna partecipare dal vivo alle conversazioni, dal momento che non vengono salvate e non c’è modo di ascoltarle dopo che sono iniziate (nonostante alcune vengano poi trasportate in giro sulle altre piattaforme).
Allo stesso tempo, l’app non è priva di controversie. Clubhouse ha affrontato bullismo, molestie e antisemitismo sulla sua piattaforma, tanto che l’azienda ha subìto critiche iniziali tali da dover correre ai ripari. Da li sono state introdotte funzioni di sicurezza, come strumenti di blocco e segnalazione, insieme a linee guida dettagliate.
C’è chi ritiene, inoltre, che il social audio abbia raggiunto il successo a causa di questo particolare periodo che ha lasciato molte persone socialmente isolate. Post pandemia, quando i contatti umani saranno di nuovo possibili, ci si affiderà ancora a queste affascinanti stanze virtuali o si cercherà la via di fuga?
Fin quando la concorrenza nello spazio audio è praticamente pari a zero, è certo che Clubhouse diventerà sempre più appetibile nel corteggiare ed essere corteggiato da celebrità e influencer. Diventeranno sempre più frequenti i momenti virali, come l’apparizione di Elon Musk di qualche giorno fa che ha praticamente fatto esplodere le pareti della “stanza”, creando un effetto di risonanza pazzesco.
Il vero test sarà mantenere lo slancio una volta che avrà perso il fascino dell’esclusività.